La Gazza Ladra

La gazza ladra

Da un po’ di tempo Gigi e Piera due fratellini di 8 e 6 anni avevano notato un uccello che si fermava spesso sull’albero di tiglio del loro giardino.

Si trattava di un uccello dall’aspetto elegante lungo circa 45 cm di cui più di metà costituiti dalla coda, le piume erano nere con riflessi violacei e verdi che diventavano grigio chiaro sul groppone, mentre sulle spalle e sul ventre le piume erano bianche.

Osservandolo bene notarono che il becco era forte e robusto mentre le zampe erano sottili e grigiastre.

Non sapevano di che uccello si trattasse così telefonarono al nonno, che era sempre vissuto in campagna e conosceva tutti gli animali, facendogli un’accurata descrizione.

“Si tratta senz’altro della gazza ladra” disse subito “Perché ladra nonno?”

“Perché le piacciono gli oggetti lucenti, li ruba e li nasconde nel nido o da qualche altra parte”.
Quando ero piccolo ne trovai una ferita, la curai e lei mi si era molto affezionata. E’ un uccello molto vivace ma riesce a vivere anche con l’uomo non solo allo stato selvatico 2.

 

I due fratellini rimasero molto colpiti dal fatto che la gazza rubasse gli oggetti lucenti e decisero di metterla alla prova.

Scelsero nel prato un punto ben visibile dalla loro finestra e vi misero un anellino di plastica con una pietra di vetro luccicante.

Due giorni dopo l’anello non c’era più ma non erano riusciti a vedere la gazza all’opera.

 

Decisero di riprovare con una spillettina di strass, stavolta facendo la guardia a turno alla finestra.

“Eccola è arrivata” disse Gigi. La gazza dal ramo più alto del tiglio notò la spilla che luccicava colpita dai raggi del sole. 

Cominciò a guardarsi intorno e quando fu sicura che non c’era nessuno in giro volò in picchiata sulla spilla la prese nel becco e si allontanò lentamente con aria indifferente.

Riprovarono con pezzetti di carta stagnola, non aveva importanza per lei di cosa si trattasse, anche un pezzo di carta l’attirava purché luccicasse.

Le facciamo uno scherzo” disse Gigi “avvolgiamo un petardo, piccolo perché non le faccia male, in carta stagnola e quando il petardo esploderà vedrai che spavento si prende, le passerà la voglia di rubare.“

“E’ una sciocchezza, come farai ad accendere la miccia per farlo esplodere?”

 

“Hai ragione Piera, lasciami pensare…….trovato! ”

Allunghiamo la miccia tanto da farla arrivare a quel grosso vaso di fiori, io mi ci nasconderò dietro e quando la gazza scenderà per afferrare il petardo io accenderò la miccia, cosa ne dici?

“Dico che la mamma non vuole che giochiamo coi petardi, sono pericolosi”

“Non essere sciocca usiamo uno di quelli piccolissimi che fanno solo il botto, non deve farsi male nessuno, né noi né la gazza”.

 

In una settimana tutto fu pronto, il petardo ben avvolto in carta luccicante, la miccia che arrivava dietro al vaso con Gigi nascosto immobile e Piera a fare la vedetta alla finestra.

Gigi aveva già le gambe anchilosate, erano due ore che stava fermo immobile e la gazza ancora non si vedeva.

Stava già pensando di aver avuto un’idea stupida quando sentì il fischio di Piera che avvertiva che la gazza era sul solito ramo.

Dopo un minuto appena un altro fischio, significava che si stava avvicinando al petardo. Accese subito la miccia e dopo un attimo l’uccello si alzò in volo.

Contrariamente alle altre volte in cui si allontanava subito questa volta tornò sul ramo.

Si è accorta di qualcosa pensò Piera, ma subito dopo eccola riprendere il volo col petardo nel becco.

Sswisss, sta per esplodere pensò Gigi quando sentì il rumore, infatti Buumm!

Qualche penna vola in giro e la gazza si allontana ad una velocità mai toccata prima.

Gigi ride “Guarda come vola via in fretta, visto che non si è fatta male? Vedrai una volta passato lo spavento ritornerà ma non credo avrà più voglia di rubare le cose luccicanti dopo questa esperienza!”

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio, scommetto che non saprà resistere per molto” disse Piera e i due fratelli fecero una scommessa su chi avesse ragione.

Per una decina di giorni la gazza non si fece più vedere.

Stavolta l’esca era ghiotta, Piera per vincere la scommessa aveva comprato una collanina con perline di vetro di diversi colori; le perline erano sfaccettate in modo da riflettere meglio la luce.

 

Gigi rideva “quella collanina piace anche a me, vedrai perderai la scommessa e me la terrò io per regalarla alla mia compagna di banco”

“Gigi non illuderti la gazza tornerà!” Piera teneva sempre d’occhio il ramo del tiglio dove di solito si posava. “Gigi vieni, eccola là sta puntando la collana, adesso la prende” 

Dall’alto del ramo l’uccello guardava fisso il luccichio che lo attraeva irresistibilmente ma dopo un po’ volò via.

“Ho vinto” esultò Gigi “non abbiamo stabilito un termine, non vale una sola volta”

“sarò magnanimo, ti concedo una settimana, tanto non ruberà più nulla”.

Per 4 giorni consecutivi la gazza ritornò ma non si mosse dal ramo poi il quinto giorno non ce la fece più e con fare circospetto si avvicinò alla collana, ci girò intorno “prendila” diceva Piera “resisti alla tentazione, non ti ricordi più del petardo?” diceva Gigi.

La gazza guardava la collana con evidente desiderio ma tornò sul ramo senza toccarla.

“vedi che lo scherzo ha fatto diventare onesta la gazza, brava, ti sei redenta” strillava Gigi saltellando per la camera.

“Ride bene chi ride ultimo! Vieni a vedere”

Gigi corse alla finestra appena in tempo per scorgere la gazza che con la collana nel becco si allontanava.

Teresa

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