Le avventure di York

- York lo Squaletto giocherellone -

York lo Squaletto giocherellone

Lo squaletto guardava con invidia alcuni delfini che giocavano, saltavano fuori dall’acqua e si rituffavano, in poche parole si divertivano.

Lui invece aveva poco da divertirsi, suo padre era sempre severo , aveva un atteggiamento aggressivo, se sorrideva era solamente per far vedere come erano forti i suoi denti e le sue mandibole; gli piaceva incutere terrore e sentirsi di conseguenza il più forte.

Cercava di inculcare questi principi anche nel figlio ma York, così si chiamava lo squaletto, era un po’ restio gli sarebbe piaciuto di più uno stile di vita come quello dei delfini, amiconi con tutti anche con gli uomini.

Avrebbe voluto fare amicizia con il piccolo delfino del gruppo ma non sapeva come avvicinarsi perché appena lui vedeva la sua pinna dorsale uscire dall’acqua si allontanava.

York era intelligente e capì che era la pinna a tradirlo, così cominciò a provare a riprovare finché non riuscì a nuotare a pancia all’aria.

 

Quando fu sicuro di farcela si avvicinò al delfino che questa volta non fuggì anzi si mise a giocare con lui e a provare anche a fare come faceva York cioè nuotare a pancia in su.

 

Per diversi giorni si divertirono facendo un sacco di risate, erano diventati amici.

Un pomeriggio il delfino disse: “facciamo una gara di capriole”.

Nella foga del gioco York si dimenticò della pinna e si esibì in una gran capriola ma quando si rituffò la pinna dorsale era bene in vista e il delfino spaventatissimo con un filo di voce disse “ma tu sei un pescecane, aiuto!!”

“non fuggire ti prego, non avere paura, non voglio farti del male, non è una trappola. Voglio veramente solo giocare con te perché i miei simili sono così tristi e non riesco a divertirmi con loro.”

Il delfino era combattuto, qualcosa nel cuore gli diceva che poteva fidarsi ma i suoi genitori gli avevano insegnato di tenersi alla larga dagli squali.

La paura ebbe il sopravvento il delfino si allontanò. E nei giorni seguenti non si fece più avvicinare.

York era molto triste e lo squalo padre vedendo il figlio così serio era soddisfatto perché pensava che finalmente York stesse maturando, era ora che non fosse più così allegro e giocherellone.

 

Ai due amici mancavano i giochi e i bei pomeriggi insieme così decisero di fidarsi l’uno dell’altro ed ora se York nel giocare mostrava la pinna il delfino non fuggiva più.

Purtroppo un giorno il padre di York lo vide mentre stava giocando col delfino, pieno di collera si avvicinò al figlio a mandibole spalancate per riportarlo alla ragione.

 

Quando il piccolo delfino lo vide così enorme avvicinarsi a bocca spalancata per poco non morì di paura e raccolte tutte le sue forze fuggì a velocità supersonica.

York fu sgridato, chiamato figlio degenere, infedele, rovina della famiglia e tenuto sotto controllo 24 ore su 24.

 

York ormai aveva detto addio al suo amico non solo perché lo tenevano controllato ma soprattutto perché era terrorizzato dalla minaccia del padre il quale gli aveva assicurato che se l’avesse visto ancora giocare insieme all’amico avrebbe sterminato l’intero gruppo dei delfini e York conoscendo il padre sapeva che lo avrebbe fatto.

Continuamente sotto sorveglianza York iniziò a pensare se gli altri squaletti avessero come lui voglia di divertirsi e giocare o se invece era lui ad essere diverso.

Si ripromise una volta finita la punizione di organizzare qualche gioco in comune che non fosse quello solito di spaventare gli altri pesci che fuggivano terrorizzati non appena li vedevano arrivare.

 

I suoi sforzi furono quasi inutili, nessuno degli squali era interessato a giocare salvo una squaletta femmina molto graziosa e dolce che per questo suo carattere sensibile veniva considerata una sciocca.

A York invece piaceva molto stare con lei e giocando giocando si innamorarono.

 

Il padre non voleva sentirne parlare aveva deciso che per il figlio occorreva una squaletta aggressiva che lo mettesse in riga e gliela presentò. “Domani si faranno le nozze” disse.

York si ribellò, e questa volta la madre finalmente fece sentire la sua voce e lo difese con energia.

Il padre rimase disorientato, sua moglie non si era mai azzardata a criticarlo e prima che potesse riaversi dalla sorpresa York e la sua dolce squaletta fuggirono.

Nuotarono ininterrottamente per giorni e giorni finchè arrivarono in una baia riparata dove l’acqua era tiepida e tranquilla.

Qui finalmente riposarono e decisero di rimanere per far nascere i loro figli cui insegnarono a giocare a divertirsi e a non essere aggressivi, dando così inizio ad una nuova stirpe di squali meno feroci e più felici dei loro simili.

Teresa

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